Sommo

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Sommo
comune
Sommo – Stemma
Sommo – Bandiera
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lombardia
Provincia Pavia
Amministrazione
SindacoGiovanna Paola Ferrari (lista civica) dal 27-5-2013
Territorio
Coordinate45°08′N 9°05′E / 45.133333°N 9.083333°E45.133333; 9.083333 (Sommo)
Altitudine80 m s.l.m.
Superficie14,87 km²
Abitanti1 141[1] (31-12-2021)
Densità76,73 ab./km²
FrazioniCa' Bianca, Cassinino, Luini, Piarde, San Fedele, Travedo, Volpara
Comuni confinantiBastida Pancarana, Cava Manara, Zinasco
Altre informazioni
Cod. postale27048
Prefisso0382
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT018151
Cod. catastaleI825
TargaPV
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 619 GG[3]
Nome abitantisommesi
Patronosan Rocco
Giorno festivo16 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Sommo
Sommo
Sommo – Mappa
Sommo – Mappa
Posizione del comune di Sommo nella provincia di Pavia
Sito istituzionale

Sommo (Sum in dialetto lomellino[4]) è un comune italiano di 1 141 abitanti della provincia di Pavia in Lombardia. Si trova all'estremità orientale della Lomellina, su una specie di stretta penisola formata dal terrazzo della pianura diluviale della Lomellina, che domina la sottostante pianura alluvionale (valle o letto di piena del Po).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sommo appartenne al vescovo di Pavia, il cui nome era Niccolò Brunori, fin dall'849 (donazione da parte dell'imperatore Lotario I). Il nome di questo comune prende origine dal vescovo che lo possedeva, esso trascrisse tutte le sue conoscenze in degli antichi manufatti e le leggende narrano che ci vollero due castelli interi per raccogliere tutti questi libri antichi, ed è per questo che iniziò a prendere vita un villaggio che la gente chiamò Sommo. La mensa vescovile di Pavia possedeva anche Pancarana sull'altra sponda del Po, controllando in tal modo uno dei principali punti di passaggio del fiume (di qui passava infatti la principale strada tra Pavia e Voghera, e quindi Genova). Nell'ambito del dominio del comune di Pavia, costituitosi nel XII secolo con l'acquisizione della Lomellina e dell'Oltrepò Pavese, Sommo fu sede di un'importante podesteria o squadra, comprendente molti dei centri circostanti. Probabilmente il vescovo di Pavia mantenne sempre l'alta signoria di Sommo (fino all'abolizione dei feudi nel 1797). Tuttavia la squadra di Sommo fu infeudata nel 1470 ai fratelli Eustachi di Pavia, che cedettero verso la fine del XVI secolo il feudo di Sommo ai Cornazzano (tenendo comunque gli altri luoghi della squadra), da cui ritornò poco dopo sotto il diretto dominio della Mensa vescovile. Nel 1673 il feudo fu acquistato da Pio Ghislieri, che divenne Marchese di Sommo; alla morte dell'omonimo nipote nel 1771 il feudo fu definitivamente incamerato. Amministrativamente Sommo apparteneva alla Lomellina, e con essa fu assegnato ai Savoia nel 1713, restando quindi un luogo di confine fino al 1743, quando i Savoia ottennero anche le terre vicine dell'Oltrepò e del Siccomario. Nell'ambito del dominio sabaudo, continuò a far parte della Lomellina, e con essa nel 1859 fu incluso nella nuova provincia di Pavia. Nel 1818 era stato unito a Sommo il soppresso comune di San Fedele e Travedo.

  • San Fedele, posto alla base della 'penisola' di Sommo, e Travedo (costituito attualmente dalle due cascine Travedo Vecchio e Travedo Nuovo, nella valle alluvionale a ovest di tale 'penisola'), di origine medievale (Travedo, forse più antico, è citato come Tervedo fin dal 1174), fecero parte della squadra di Sommo, ma non ne seguirono sempre le sorti, avendo piuttosto vicende comuni con la vicina Cava Manara. Infatti gli Eustachi, feudatari della squadra di Sommo dal 1470, li vendettero insieme a Cava ed altri luoghi nel 1650 ai marchesi Olevano. Amministrativamente erano considerati però parte del Siccomario, mentre Cava era in Lomellina: quando la Lomellina, nel 1713, fu ceduta ai Savoia, restando il Siccomario al Ducato di Milano (ceduto all'Austria), questa situazione diede luogo a un lungo contenzioso tra le due potenze a proposito di San Fedele, Travedo, Torre de' Torti (oggi frazione di Cava) e Campomaggiore (frazione di Carbonara al Ticino): le quattro terre rimasero fino al 1738 senza padrone e divennero rifugio di malviventi. Appartenenti finalmente ai Savoia dal 1738, costituirono un solo comune (San Fedele con Travedo), fino al 1818, quando furono uniti a Sommo.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

«Partito: nel primo d'azzurro, al castello al naturale, torricellato di due, finestrato e chiuso di nero, esso castello fondato su terrazzo di verde, ristretto; nel secondo di verde, alle tre spighe di grano d'oro, impugnate, legate dello stesso; il tutto abbassato dal capo di rosso, ai sei gladii d'argento, disposti in fascia, con la punta all'insù. Ornamenti esteriori di Comune.»

Il gonfalone è un drappo di bianco.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[5]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2021.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 743.
  5. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

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